Unioni di fatto

La Commissione Giustizia della Camera ha iniziato in data 19 aprile 2012 l’esame del disegno di legge C1065 e abbinati in materia di convivenze more uxorio, ritenute, con le stesse parole della relatrice Giulia Bongiorno, “un fenomeno in continua crescita”.

La relazione dell’Onorevole Bongiorno richiama, infatti, come “dato statistico consolidato la continua crescita nel nostro Paese del numero delle convivenze more uxorio: si è infatti passati dalle 127.000 libere unioni degli anni 1993-94, alle 342.000 del 1998, alle 556.000 del 2003 e, infine, alle 897.000 libere unioni quantificate dall’ISTAT nel 2009 (il 5,9% delle coppie)”.

Il fenomeno riguarda sempre più anche i minori, atteso che “la presenza di figli riguarda il 49,7% delle coppie non coniugate, una quota in crescita rispetto al 1998 (40,1%). Nel 36,4% dei casi si tratta di figli di ambedue i partner, nel 6,5% di figli di uno solo dei due e nel 6,9% di figli sia di uno dei partner che di ambedue. I minori che vivono in coppie non coniugate sono 572 mila e vivono nel 44,1% delle coppie non coniugate”.

D’altronde, il fenomeno è già riconosciuto e disciplinato dalla normativa europea: “il diritto a costituire una famiglia di fatto sembra essere garantito dall’art. 9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 (e adesso con lo stesso valore giuridico dei Trattati in base all’art. 6 del Trattato sull’Unione Europea – TUE), secondo cui “il diritto di sposarsi ed il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio””.

Il tema è stato inoltre recentemente oggetto di risoluzioni del Parlamento europeo del 13 marzo e del 29 marzo 2012. Il Parlamento europeo con quest’ultima risoluzione invita la Commissione e gli Stati membri ad elaborare proposte per il riconoscimento reciproco delle unioni civili e delle famiglie omosessuali a livello europeo tra i paesi in cui già vige una legislazione in materia, al fine di garantire un trattamento equo per quanto concerne il lavoro, la libera circolazione, l’imposizione fiscale e la previdenza sociale, la protezione dei redditi dei nuclei familiari e la tutela dei bambini. Il Parlamento si è poi espresso anche in tema di coppie dello stesso sesso, manifestando rammarico per l’adozione da parte di alcuni Stati membri di definizioni restrittive di «famiglia» con lo scopo di negare la tutela giuridica alle coppie dello stesso sesso e ai loro figli e ricorda che il diritto dell’UE viene applicato senza discriminazione sulla base di sesso o orientamento sessuale, in conformità alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

In tale quadro giuridico complesso e senza dimenticare i profili sociali  che tale materia implica, vengono prese in esame e poste a confronto le diverse proposte di legge all’attenzione della Commissione.